Parole della lingua napoletana, quasi dimenticate:
La parola verrizzo sta a significare voglia, desiderio incomposto
Il plurale è verrizze
Secondo Raffaele Bracale, “ indica che la parola possa derivare dall’unione del verbo latino velle ( letto rotacizzato come verre) con il sostantivo izza agganciandosi semanticamente ad un comportamento originariamente iracondo, stizzoso e poi capriccioso, stravagante, strano; la voce izza è piú nota nella forma varia ed intensiva bizza (ma sia izza che bizza provengono dall’antico sassone hittja = ardore).
Partendo da vell(e)+izza si può pervenire a vellizzo e di qui a verrizzo con tipica alternanza della liquida L→R, successivo affievolimento della piena e tonica mutatasi nella evanescente e e maschilizzazione del termine passato da verrizza a verrizzo adattamento resosi necessario atteso che – pur trattandosi di un difetto (che comunque comportava una manifestazione d’ardore,non ipotizzabile di pertinenza del sesso femminile) era piú consono (in epoca di maschilismo) ritenerlo di genere maschile (suff. in o) piuttosto che femminile (suff. in a).”
In ogni modo può anche significare lussuria, libidine, ma di sicuro significa anche bizze, capricci e fa soprattutto riferimento a donne e bambini.
Il grande Raffaele Viviani ne la canzone ‘a rumba d’ ‘e scugnizze scrive:
Chesta è ‘a rumba d”e scugnizze
Ca s’abballa a tutte pizze…
Truove ‘e ddame, ‘mpizze ‘mpizze,
Ca te fanno duje carizze
Pe’ te fá passá ‘e verrizze…