Mondiali-Italia: Il pregiudizio è un’opinione che non si fonda sul giudizio

da 28 Giu 2014News

Buffon e Cassano“Abbiamo vinto solo quando non c’eri”: queste la parole di Antonio Cassano rivolte a Gigi Buffon e riportate da Repubblica, in riferimento a quanto esternato dal capitano della Nazionale italiana dopo l’inopinata uscita dai Mondiali 2014 dell’Italia.   Affermando: Abbiamo vinto solo quando non c’eri“,  il calciatore barese sostiene un dato di fatto inoppugnabile, ma che richiederebbe  un’approfondita riflessione sulle dichiarazioni del portierone azzurro: ‘Era il caso di alzare un polverone e di attribuire responsabilità varie, facendo  una selezione di merito  dei calciatori che hanno fatto parte della spedizione a Brasile 2014? Era il caso di stilare una lista dei ”buoni” e ”cattivi” inserendo tra coloro che -a suo giudizio- avrebbero dato molto come in altre occasioni, alla causa della Nazionale? Era il caso di tirarsi fuori da ogni eventuale responsabilità per il fallimento della spedizione azzurra? Era il caso di provocare ulteriori e pericolose fratture in un gruppo che potrebbe ancora fare parte di un progetto in vista dei campionati europei?   Non credo che sia il caso di rispondere a questi quesiti per non inasprire un clima già molto teso nell’ambiente azzurro, ma sono domande che richiederebbero un’onesta riflessione che non tenga conto dell’appartenenza dei calciatori ad una qualsiasi squadra.   Il tifo ed i vari interessi teniamoli da parte,  perchè non portano da nessuna parte e non contribuiscono al tentativo di ricondurre ad una verità distante da quella poco costruttiva, frettolosamente avanzata e deleteria in proiezione futura.   Cassano avrebbe preso anche le difese dei più giovani, attaccando Buffon e De Rossi: Vogliono decidere tutto loro“: se davvero questa frase corrisponde ad una verità riscontrata dal giocatore, l’affermazione richiederebbe un pronto intervento da parte dei dirigenti del Club Italia.   I  processi sommari non vanno mai effettuati da coloro che non sono preposti a tali funzioni, ma non vogliamo credere che nel ritiro azzurro qualcosa si è rotto tra senatori e nuovi arrivati.   I senatori, per la loro enorme esperienza, dovrebbero essere i moderatori di tali situazioni e, mai e poi mai, i promotori di una distinzione tra loro ed i giovani che vengono -dopo una lunga e meticolosa selezione- chiamati a far parte di un gruppo in cui si chiede loro di integrarsi.   Integrarsi? Ma come potrebbero farlo se, secondo quanto traspare dalle parole di Cassano, c’è pregiudizio nei loro confronti?   Verratti, Immobile, Insigne, Cerci, Candreva, Sirigu, Darmian, Marchisio, De Sciglio, Abate, Destro, Perin, un Balotelli pienamente recuperato ed altri sono il futuro della Nazionale ed il loro talento non va messo, minimamente, in discussione, ne si può ipotizzare uno scarso impegno da parte di calciatori che avevano come priorità nei loro progetti -o legittimi sogni- quella di vestire la maglia azzurra.   I senatori? Non solo in questo Mondiale ma anche nelle precedenti competizioni continentali ed iridate, hanno avuto modo di mettere in mostra la loro professionalità, le capacità tecniche ed altro: tutti potrebbero giudicare pregi e difetti di coloro che, attualmente, sono impegnati a perorare la propria causa, per cui sarà il tempo ed il nuovo ct della Nazionale a  ristabilire la verità e la giusta serenità.   ”Questi devono sempre fare la morale e dividere i buoni dai cattivi. Se avessimo vinto, vincevano loro. Invece abbiamo perso soltanto noi“: si può dissentire da ciò che afferma Cassano? Ci sono prove che possano avvalorare o mettere in discussione le dure parole espresse dal talento barese? In attesa di smentite o conferme, ognuno tragga le proprie conclusioni senza forzature mediatiche ed in piena onestà. La debacle in Brasile ha lasciato dietro di sé vecchie ruggini e nuovi veleni. ”Il pregiudizio è un’opinione che non si fonda sul giudizio”: affermava Voltaire. Indipendentemente da un qualsivoglia veritiero o non appropriato riferimento, sarebbe ora che i Senatori, in virtù della loro sventolata saggezza, mettessero al servizio del calcio italiano l’aiuto necessario per far crescere -insieme o in alternativa a loro- i nuovi che rappresenteranno i colori nazionali in un prossimo futuro.   “Abbiamo vinto solo quando non c’eri”: queste la parole di Antonio Cassano rivolte a Gigi Buffon e riportate da Repubblica, in riferimento a quanto esternato dal capitano della Nazionale italiana dopo l’inopinata uscita dai Mondiali 2014 dell’Italia.   Affermando: Abbiamo vinto solo quando non c’eri“,  il calciatore barese sostiene un dato di fatto inoppugnabile, ma che richiederebbe  un’approfondita riflessione sulle dichiarazioni del portierone azzurro: ‘Era il caso di alzare un polverone e di attribuire responsabilità varie, facendo  una selezione di merito  dei calciatori che hanno fatto parte della spedizione a Brasile 2014? Era il caso di stilare una lista dei ”buoni” e ”cattivi” inserendo tra coloro che -a suo giudizio- avrebbero dato molto come in altre occasioni, alla causa della Nazionale? Era il caso di tirarsi fuori da ogni eventuale responsabilità per il fallimento della spedizione azzurra? Era il caso di provocare ulteriori e pericolose fratture in un gruppo che potrebbe ancora fare parte di un progetto in vista dei campionati europei?   Non credo che sia il caso di rispondere a questi quesiti per non inasprire un clima già molto teso nell’ambiente azzurro, ma sono domande che richiederebbero un’onesta riflessione che non tenga conto dell’appartenenza dei calciatori ad una qualsiasi squadra.   Il tifo ed i vari interessi teniamoli da parte,  perchè non portano da nessuna parte e non contribuiscono al tentativo di ricondurre ad una verità distante da quella poco costruttiva, frettolosamente avanzata e deleteria in proiezione futura.   Cassano avrebbe preso anche le difese dei più giovani, attaccando Buffon e De Rossi: Vogliono decidere tutto loro“: se davvero questa frase corrisponde ad una verità riscontrata dal giocatore, l’affermazione richiederebbe un pronto intervento da parte dei dirigenti del Club Italia.   I  processi sommari non vanno mai effettuati da coloro che non sono preposti a tali funzioni, ma non vogliamo credere che nel ritiro azzurro qualcosa si è rotto tra senatori e nuovi arrivati.   I senatori, per la loro enorme esperienza, dovrebbero essere i moderatori di tali situazioni e, mai e poi mai, i promotori di una distinzione tra loro ed i giovani che vengono -dopo una lunga e meticolosa selezione- chiamati a far parte di un gruppo in cui si chiede loro di integrarsi.   Integrarsi? Ma come potrebbero farlo se, secondo quanto traspare dalle parole di Cassano, c’è una prevenzione nei loro confronti?   Verratti, Immobile, Insigne, Cerci, Candreva, Sirigu, Darmian, Marchisio, De Sciglio, Abate, Destro, Perin, un Balotelli pienamente recuperato ed altri sono il futuro della Nazionale ed il loro talento non va messo, minimamente, in discussione, ne si può ipotizzare uno scarso impegno da parte di calciatori che avevano come priorità nei loro progetti -o legittimi sogni- quella di vestire la maglia azzurra.   I senatori? Non solo in questo Mondiale ma anche nelle precedenti competizioni continentali ed iridate, hanno avuto modo di mettere in mostra la loro professionalità, le capacità tecniche ed altro: tutti potrebbero giudicare pregi e difetti di coloro che, attualmente, sono impegnati a perorare la propria causa, per cui sarà il tempo ed il nuovo ct della Nazionale ristabiliranno la verità.   ”Questi devono sempre fare la morale e dividere i buoni dai cattivi. Se avessimo vinto, vincevano loro. Invece abbiamo perso soltanto noi“: si può dissentire da ciò che afferma Cassano? Ci sono prove che possano avvalorare o mettere in discussione le dure parole espresse dal talento barese? In attesa di smentite o conferme, ognuno tragga le proprie conclusioni senza forzature mediatiche ed in piena onestà. La debacle in Brasile ha lasciato dietro di sé vecchie ruggini e nuovi veleni. ”Il pregiudizio è un’opinione che non si fonda sul giudizio”: affermava Voltaire. Indipendentemente da un qualsivoglia veritiero o non appropriato riferimento, sarebbe ora che i Senatori, in virtù della loro sventolata saggezza, mettessero al servizio del calcio italiano l’aiuto necessario per far crescere -insieme o in alternativa a loro- i nuovi che rappresenteranno i colori nazionali in un prossimo futuro. Vincenzo Vitiello per EuropaCalcio.it LEGGI ARTICOLO SU EUROPACALCIO.IT

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