Napoli, un’ora di gioco contro il Liverpool da ricordare e da cui ripartire

da 5 Nov 2010News

Liverpool – Napoli aveva un significato per la squadra partenopea, meno per i Reds che non avevano bisogno di un qualsivoglia test europeo per dimostrare la valenza di un club abituato ad occupare, stabilmente, un posto al vertice del calcio continentale ed impegnato a recuperare posizioni perse a causa di una flessione avuta ad inizio di stagione.

Resta e resterà nel ricordo dei cinquemila tifosi partenopei giunti all’ Anfield Road oltre che per sostenere la squadra azzurra anche per iniziare a respirare aria d’Europa ad alte quote, il magnifico primo tempo di un match in cui vi era una squadra, ad essere padrona assoluta del campo: il Napoli.
Un Napoli fantastico, nella prima frazione della partita, che, con notevole sagacia tattica, ha espresso un calcio ad alto livello in cui sono emersi l’organizzazione di gioco e gli schemi predisposti da Walter Mazzarri. I tifosi inglesi presenti all’Anfield speravano di vedere in campo i talenti della squadra britannica Torres e Gerrard ma, vista la loro assenza, avendo Hodgson relegato in tribuna l’attaccante ed in panchina il centrocampista, hanno potuto constatare che, su rettangolo di gioco, vi era un calciatore in grado di offrire uno spettacolo non inferiore ai suoi due illustri colleghi: Ezequiel Lavezzi.
Il Pocho ha illuminato il cielo di Liverpool con i suoi spunti e le sue progressioni ed è stato l’autore del gol del vantaggio azzurro, al termine di una stupenda manovra in cui hanno partecipato Pazienza e Cavani. Napoli padrone del campo, dopo il meritato vantaggio. La squadra partenopea, sulle ali dell’entusiasmo, ha continuato a controllare senza alcun affanno le velleitarie azione dei Reds. Oltre a Lavezzi, si è distinto, in modo particolare un Michele Pazienza, brillante nel recupero di importanti palloni e perfetto in cabina di regia. Il centrocampista azzurro ha guidato la squadra con opportuni suggerimenti ed intelligenti aperture verso i compagni ovvero ha dettato i tempi di gioco.

Nel secondo tempo, l’ingresso in campo di Gerrard, autore di tre gol messi a segno con la notevole complicità di Dossena, la comprensibile reazione del Liverpool, la conduzione di gara dell’arbitro del match, il francese Fautrel, condizionato dal clima infuocato venutosi a creare per permettere alla squadra inglese la rimonta, il tardivo cambio effettuato da Mazzarri che avrebbe potuto anticipare la sostituzione di uno spento Hamsik con Yebda in modo da rafforzare un centrocampo azzurro in affanno, per aver speso molto fino a quel momento, il solito blackout difensivo, l’inesperienza a livello internazionale di alcuni giocatori ed infine alcuni gravi errori di valutazione di Dossena autore, nel primo tempo, di una buona prestazione, hanno, negli ultimi quindici minuti dell’incontro, fatto svanire un sogno di tutto l’ambiente napoletano: espugnare l’Anfield Road con una ottima e convincente prestazione degna dei migliori club europei.

L’esame impegnativo ed importante a cui si è sottoposto i Napoli ha dato un esito non positivo riguardante il risultato finale ma è ben augurante, in proiezione futura, per poter ripetere la prova con maggior possibilità di superarla a pieni voti. L’indicazione proveniente da Liverpool è chiara ed inequivocabile: se la squadra azzurra affronterà i prossimi impegni con la giusta determinazione, la piena convinzione nei propri mezzi, alla stregua di quanto mostrato nella prima ora della partita contro i Reds, e con l’auspicabile attenzione a non commettere gli errori effettuati nel finale di gara, potrà certamente continuare a percorrere una strada che conduce alla meta agognata dal presidente De Laurentiis, da Mazzarri, da Bigon e da tutta la tifoseria azzurra: un Napoli altamente competitivo in Italia ed in Europa.
De Laurentiis dovrà, nell’immediato, provvedere a dotare il Napoli di organico completo sia a livello qualitativo che quantitativo per permettere a Mazzarri di alternare i suoi giocatori ed evitare quei normali e giustificati cali fisici, dovuti ai continui e ravvicinati impegni a cui sono costretti a sottoporsi.

Vincenzo Vitiello

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