Parole della lingua napoletana, quasi dimenticate:

 

TUMPAGNO

 

Tumpagno (o tompagno), dal  greco e poi dal latino Tympanus è il fondo della botte; ma anche un muro. Infatti quest’ultimo è detto al femminile tumpagnatura ed il verbo tumpagnà sta per < ammattonare, serrare, chiudere con calce e cemento una apertura qualsiasi in una parete>; ma anche <mettere i fondi alle botti>.

In senso translato significa anche deretano.

In altre zone del sud e della Campania è un asse in legno a forma di quadrato o rettangolare usato per impastare la pasta, la pizza ed altri alimenti fatti in casa.

Il termine viene citato nella famosa canzone-filastrocca, ovvero “villanella” Cicerenella , conosciuta anche come “tarantella di Posillipo”:

… Cicerenella teneva ‘na votte

Mettea da coppa e asceva da sotto

Ma nun teneva tompagno e cannella

Chesta è la votte de Cicerenella

Cicerenella mia, si bona e bella

Cicerenella mia, si bona e bella …..

 

Un modo di dire o proverbio è <’Na botta ‘o circhio e n’ata ‘o tumpagno>, derivato appunto dall’attività dei bottari (chi costruiva botti) che usavano dare un colpo al cerchio e un altro alla base della botte per cercare di dare un assetto alle doghe e tenerle unite. Questo modo di dire si riferisce a chi è indeciso, tentenna e temporeggia nel prendere una decisione.

Ma anche un modo per non scontentare nessuno, infatti si da il consiglio: tu dà ’na botta ‘o circhio e n’ata ‘o tumpagno e stai bbuono!

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