Parole della lingua napoletana, quasi dimenticate
Fittiare, fittià, fittivo, fittiglia, fettiglie
Il termine “fittiare” non compare neppure nei più accreditati dizionari della lingua napoletana, dobbiamo andare, al termine più vicino che è fittivo.
Fittivo significa petulante, insistente; ecco quello sguardo insistente è uno sguardo fittivo ed il verbo che specifica l’azione è appunto fittiare o fittià.
Questa azione poteva riferirsi diretta ad una donna, che si corteggia o si brama ma anche ad un oggetto quale un capo di vestiario o una leccornia.
Anche l’azione reciproca di due persone che si guardano con marcato segno di attrazione si dice che si “fitteano”.
Su internet, forse la spiegazione più attendibile è quella dello studioso della lingua napoletana Raffaele Bracale. Per lui deriva dal verbo latino “figere”, che tradotto significa “colpire da lontano”. Sempre da fittivo deriva la parola napoletana “fittiglia o fettíglie” anche essa quasi in disuso che sta ad indicare noie, molestie, seccature, fastidi. Vedi il detto “figli e fettiglie” che significa <i figli portano affanno>.